PRESIDENTE E VICEPRESIDENTE AGI COMMENTANO LA SENTENZA RIDERS

7 febbraio 2020

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PRESIDENTE E VICEPRESIDENTE AGI COMMENTANO LA SENTENZA RIDERS

La sentenza della Cassazione sui riders e i "confini" del lavoro autonomo (1663/2020) ha suscitato commenti di segno diverso, che si riflettono anche nel dibattito fra gli esponenti di Agi - Avvocati giuslavoristi italiani. Il pluralismo e il confronto sono una ricchezza dell'associazione, e in questa occasione trovano un riscontro significativo nei due commenti del presidente Aldo Bottini e del vicepresidente Vincenzo Martino, pubblicati entrambi sull'ultimo fascicolo del settimanale Guida al lavoro (6/2020 del 7 febbraio).

Entrambi prendono atto del positivo chiarimento della Suprema corte, che esclude l'esistenza di un rapporto di lavoro distinto e intermedio fra il lavoro dipendente e il lavoro autonomo. Tuttavia i criteri individuati dalla Corte per definire il grado di autonomia ovvero di etero-organizzazione, insieme con la contemporanea evoluzione normativa e le modifiche apportate all'articolo 2 del Jobs Act (D.Lgs 81/2015) dal decreto legge 101/2019 e dalla legge di conversione 128/2019, conducono a differenti valutazioni: per il presidente Bottini si profila una valutazione "caso per caso" della natura del rapporto da parte dei giudici, e sarà problematico individuare la soglia tra continuità e occasionalità della prestazione (che determina l'applicazione o meno delle tutele tipiche del lavoro dipendente, previste dall'articolo 2). In definitiva «la sentenza Foodora, più che chiudere il dibattito sui riders e in generale sulle collaborazioni, lo rilancia a tutto campo».

Per il vicepresidente Martino, al contrario, i princìpi affermati dalla Cassazione superano le incertezze e colmano finalmente il solco fra le garanzie del lavoro subordinato e quelle del lavoro autonomo. Insieme con le ricordate modifiche normative danno concretezza alle finalità anti-elusive dell'articolo 2 D.Lgs 81/2015 ed estendono a una vasta platea di lavoratori autonomi (ben oltre i cosiddetti riders all'origine della vertenza torinese approdata in Cassazione) le tutele tipiche del lavoro dipendente.

E anche la categoria degli autonomi non etero-diretti (a questo punto "residuale"), riceve un minimo di garanzie soprattutto sul piano della sicurezza. In complesso le novità «rivestono una importanza notevole, perché confermano una evidente inversione di tendenza rispetto alla legislazione liberista della precedente legislatura».

QUI SOTTO la sentenza completa (clicca sull'icona per aprirla)

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