20 ottobre 2019
Un filo di Arianna percorre gli interventi del Presidente della Repubblica in materia di lavoro, nei primi cinque anni al Quirinale. Sergio Mattarella non separa mai la dignità e la sicurezza delle persone (considera «intollerabili» le morti sul lavoro) dal perseguimento dell’innovazione e della competitività, in una prospettiva sovranazionale e multilaterale, in cui l’Europa e le organizzazioni internazionali giocano un ruolo decisivo, da salvaguardare e sviluppare.
In occasione del convegno di Verona, Agi - Avvocati giuslavoristi italiani ha raccolto i discorsi del Presidente, dal Centenario dell’Organizzazione internazionale del lavoro (lo scorso giugno a Ginevra), alle Feste del 1° Maggio e alle cerimonie per le insegne ai nuovi Cavalieri del Lavoro, e ad altre occasioni come il ricordo dei giuslavoristi vittime del terrorismo brigatista. Negli interventi, scrive Aldo Bottini, presidente di Agi, nella Presentazione del volume Il Lavoro del Presidente. 2015-2019, si percepisce «una intensa, attenta preoccupazione per le sorti delle persone; ma anche una grande fiducia, insieme a uno sprone incessante alle parti sociali perché sappiano collaborare, implementare le tecnologie digitali, l’intelligenza artificiale e la robotica, in una parola sappiano essere “artefici dell’innovazione”».
Questa “fatica” di conciliare dignità e innovazione è definita «custodia dinamica della Costituzione» nel saggio introduttivo di Raffaele De Luca Tamajo, professore emerito di Diritto del Lavoro e presidente del Comitato scientifico di Agi.