17 settembre 2022
Generico ,
Si sono chiusi tra gli applausi e la soddisfazione dei presenti i lavori del Convegno AGI 2022 a Trieste, al quale hanno partecipato oltre 600 avvocate e avvocati e rappresentanti dal mondo delle istituzioni, dei sindacati, dell’impresa, dell’accademia, delle professioni e della magistratura.
Sono stati tre giorni intensi di confronto sul diritto del lavoro e sulla “ripartenza” del Paese e delle libere professioni.
Prima dell’inizio dei lavori, Tatiana Biagioni, presidente AGI, ha sottolineato “la positiva alterità di una associazione di avvocate e avvocati come AGI, che riunisce due anime, una pro labour e una datoriale, che fanno del diritto del lavoro uno straordinario terreno di sintesi”. Ha quindi fatto un appello: “Il dialogo, di qualità e con competenza, è uno strumento fondamentale per affrontare i problemi nel merito e per la ‘ripartenza’ del sistema-Italia”.
La prima tavola rotonda della mattinata, “La mobilità internazionale dei lavoratori”, ha messo a confronto le esperienze europee. Coordinata dall’avvocata giuslavorista Emanuela Nespoli, ha visto gli interventi di Raquel Florez Escobar, avvocata spagnola, del professore e avvocato tedesco Björn Gaul, dell’avvocata danese Marianne Granhøi, dell’avvocato francese Olivier Kress, della professoressa ordinaria di Diritto del lavoro dell’Università di Trieste, Roberta Nunin, e dell’avvocata svizzera Roberta Papa.
Nel sintetizzare gli spunti del confronto, l’avvocata Nespoli ha affermato che “quello che è emerso dalla discussione è che il cuore della tutela prevista dalla normativa europea in materia di mobilità transnazionale dei lavoratori è stato recepito in modo sostanzialmente uniforme da paesi europei e parzialmente in paesi non comunitari come la Svizzera”.
A seguire la seconda tavola rotonda, “La mobilità internazionale delle aziende e il dumping sociale”, con il coordinamento di Raffaele De Luca Tamajo, professore emerito di Diritto del lavoro dell’Università di Napoli Federico II e presidente Comitato scientifico AGI. Hanno partecipato Adalberto Perulli, avvocato e professore ordinario di Diritto del lavoro dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’avvocato Giacinto Favalli, Massimiliano Marinelli, avvocato e professore ordinario del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Palermo, Vania Brino, professoressa ordinaria di Diritto del lavoro dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e Maria Dolores Ferrara, professoressa associata di Diritto del lavoro dell’Università di Trieste.
“Se un tempo ciò che era mobile erano solo le merci e non i fattori della produzione che restavano localizzati, oggi è cambiato tutto”, ha commentato l’avvocato De Luca Tamajo. “Capitale e lavoro sono mobili. La mobilità dei capitali in un mercato aperto è potenzialmente senza limiti con rischi sull’occupazione e sui diritti dei lavoratori”.
“È una problematica complessa e delicata”, ha proseguito. “Non dobbiamo dimenticare che misure di tipo protezionistico, se da una parte impediscono l’uscita delle imprese, rischiano di minare l’ingresso di capitali e di investimenti. Una problematica che ripropone l’eterna dialettica della nostra materia dove le logiche del capitalismo non conoscono barriere e confini e i rimedi sono di tipo prevalentemente procedurali».
Nel ringraziare idealmente la città di Trieste per l’ospitalità, i lavori si sono così chiusi con l’invito al prossimo appuntamento AGI a Lucca, tra un anno.