Il datore di lavoro è chiamato ad adottare gli accomodamenti ragionevoli per evitare il licenziamento del lavoratore divenuto inidoneo, a condizione che la prestazione di quest’ultimo rimanga comunque utile per l’azienda.
Ad affermarlo è la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 24994/2025. Nel caso in questione i giudici rigettano il ricorso presentato dalla lavoratrice e confermano la legittimità del recesso, dal momento che il datore di lavoro ha adempiuto all’onere dimostrare di aver ricercato possibili soluzioni e misure organizzative appropriate e ragionevoli.