È legittimo il licenziamento per giusta causa del lavoratore responsabile di molestie sessuali sul lavoro, anche alla presenza di un solo teste oculare, la persona offesa, se la sua testimonianza risulta credibile e coerente con la documentazione prodotta.
A stabilirlo è la sentenza n. 150 del 17 marzo 2025 della Corte d’Appello di Torino. Il giudice d’appello ha censurato l’approccio del Tribunale di primo grado per la scarsa credibilità attribuita alla testimone per il comportamento di quest’ultima dopo la molestia, come il ritardo nella segnalazione o la mancata richiesta di aiuto.