Il post denigratorio verso l’azienda pubblicato su Facebook dal lavoratore, dopo la reintegra e prima della ripresa dell’attività lavorativa, costituisce giusta causa di licenziamento. Lo stabilisce la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 13764/2024.
Nel caso in questione, il dipendente aveva impugnato il licenziamento per il contenuto denigratorio via social pubblicato subito dopo la reintegrazione disposta dal Tribunale. La Corte d’Appello aveva rigettato la domanda, considerando grave la condotta al punto da ledere il rapporto di fiducia.
Nel confermare la pronuncia di merito, i giudici sottolineano che un illecito commesso nel lasso temporale che intercorre tra la lettura del dispositivo della sentenza di reintegra e l’effettiva ripresa dell’attività lavorativa va valutata da un punto di vista disciplinare.