Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione che lo ponga fuori dalla condizione di povertà e che sia proporzionata e adeguata ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa per sé e la sua famiglia. Lo stabilisce la sentenza n. 2720/2023 del Tribunale di Bari.
Vengono così applicati i princìpi previsti dall’art. 36 della Costituzione, richiamati dalla recente sentenza della Corte di Cassazione n. 27711/2023 in materia di salario minimo costituzionale.
Viene così condannato un datore di lavoro che deve applicare un altro trattamento retributivo e a pagare le relative differenze maturate.