Il reato per il quale il dipendente è stato penalmente condannato può assumere rilievo ledendo la fiducia del rapporto fiduciario con il lavoratore, legittimando il licenziamento disciplinare. È quanto ribadisce la Corte di Cassazione con l’ordinanza 14114/2023.
I giudici hanno così accolto il ricorso di una azienda dopo che era stato ritenuto illegittimo il recesso per giusta causa intimato ad un lavoratore, condannato in via definitiva per violenza sessuale su un minorenne. La Corte d’Appello aveva ritenuto la condotta non connotata da particolare gravità, tenuto conto del tempo trascorso dal fatto.
La Corte di Cassazione ritiene incoerente la valutazione dei giudici di merito rispetto agli standard esistenti nella realtà sociale. Un reato come quello in questione rappresenta una condotta grave che, anche se estranea al rapporto di lavoro, è idonea a ledere il rapporto fiduciario.