Nell’ambito dell’organizzazione dell’orario di lavoro prevista dalla direttiva 2003/88/Ce, la Corte di Giustizia dell’Unione europea stabilisce che non è possibile limitare l’applicazione della normativa escludendo un intero settore come quello pubblico.
Con la sentenza del 4 maggio 2023 (cause riunite C-529/21 e altre), i giudici europei indicano che il diritto comunitario non impedisce un’applicazione differenziata per alcune categorie di lavoratori in presenza di uno scopo legittimo, a patto che le misure di deroga siano ragionevoli, basate su elementi concreti e su una comparazione delle situazioni lavorative.
Il pronunciamento si riferisce all’appello presentato da alcuni vigili del fuoco bulgari che avevano chiesto un aumento di retribuzione a fronte di un lavoro notturno di 8 ore, superando così le 7 ore previste dall’ordinamento interno: richiesta alla quale le autorità locali si erano opposte perché per il settore pubblico vige un regime speciale con la possibilità per il datore di fissare in 8 ore e non 7 il lavoro notturno.