Con la sentenza n. 5440/2023, la Corte di Cassazione si pronuncia in materia di reddito di cittadinanza, affermando che è penalmente responsabile chi indica la moglie, legalmente separata, come componente del nucleo familiare, allo scopo di ottenere il beneficio economico.
Viene dunque confermata la condanna di un uomo al quale erano state contestate false dichiarazioni per garantirsi la misura assistenziale, indicando come coabitante la moglie dalla quale, però, era già legalmente separato, ottenendo così anche un rateo di importo maggiore rispetto a quanto gli spettasse.
Di fronte alla contestazione dell’interessato, che deduceva l’assenza di dolo nel fornire informazioni non veritiere, i giudici rimarcano che “una falsità relativa ai dati rilevanti ai fini della determinazione della rata da erogare, quale quella incidente sulla composizione del nucleo familiare, non può certo qualificarsi innocua".