Con pronuncia del 29.10.2022, il Tribunale di Messina, confermando l’orientamento della Cassazione, ha statuito che, in materia di licenziamento, la disciplina stabilita per le cosiddette organizzazioni di tendenza dall’art. 4, l. n. 108/1990 ha natura eccezionale e deve essere interpretata in senso restrittivo. Il privilegio dell’esenzione dell’applicazione dell’art. 18, l. n. 300/1970 è collegato alla sussistenza di tre requisiti, quali l’identificabilità di una organizzazione di tendenza nominata, la mancanza dello scopo di lucro, la mancanza di un’impresa.

In particolare, in merito al primo requisito, pur mancando nel nostro diritto positivo una definizione di “organizzazione di tendenza”, l’espressione va riferita ad una fattispecie associativa che si caratterizza per la diffusione di valori ideologicamente caratterizzanti. In merito al secondo e terzo requisito deve ritenersi che, alla stregua dei parametri fissati dall’art. 2082 c.c., ha natura imprenditoriale anche l’attività economica organizzata con criteri di economicità della gestione, vale a dire finalizzata alla copertura di costi con entrate e non semplicemente rivolta al perseguimento dei fini sociali dell’ente, a prescindere dall’esistenza di un vero e proprio fine lucrativo.

Conseguentemente, il soggetto che, senza alcuna finalità ideologica, svolge attività di natura assistenziale e socio sanitaria, organizzata secondo criteri di imprenditorialità ed economicità, non è destinatario del beneficio dell’esclusione dell’applicazione dell’art. 18 Stat. lav. Al giudizio relativo all’impugnazione del licenziamento intimato dal medesimo trova dunque applicazione il c.d. rito Fornero ex art. 1, co. 47 e segg., l. 92/2012.